Classici Greci Moderni Publié dans: Blog
Appunti di letteratura neogreca
dalla Rivoluzione del 1821 all’ingresso nella UE
La profondità e il peso storico della letteratura greca antica, il retaggio dell’Impero Romano d’Oriente (Bisanzio) e del dominio ottomano, la tradizione letteraria europea e mondiale, e la storia travagliata dello Stato nazionale hanno lasciato un marchio indelebile sulla letteratura greca degli ultimi due secoli. Di un prestigio particolare ha goduto la poesia, che può vantare ben due premi Nobel, attribuiti a Ghiorgos Seferis e a Odisseas Elitis, e un premio Lenin, assegnato a Ghiannis Ritsos. Tuttavia il poeta piu noto fuori dai confini dello Stato nazionale è Konstantinos Kavafis. Kavafis ha stabilito un originale connubio tra Storia ed esperienza individuale trasformandolo in una modalità poetica che ha affascinato e continua ad affascinare generazioni di lettori in tutto il mondo. In prosa, il racconto è stata la forma preferita verso la fine dell’Ottocento, grazie soprattutto ad Alèxandros Papadiamandis e a Gheorghios Viziinòs, la cui opera, tuttavia, resta sostanzialmente ignorata fuori della Grecia. Nikos Kazantzakis è stato l’unico scrittore ad aver avuto un vero successo all’estero ricevendo notevoli consensi per i suoi romanzi.
Le Isole Ionie
Le Isole Ionie, mai dominate dagli ottomani, furono un centro importante di cultura greca. Dopo la conquista ottomana di Creta nel 1669, esse videro il fiorire di una produzione letteraria fulcro della quale furono Andreas Kalvos (1792-1869) e Dionysios Solomòs (1798-1857), entrambi nati a Zante. Il primo innestò le influenze italiane sulla tradizione della Grecia antica dando voce agli ideali rivoluzionari patriottici dell’epoca nelle sue Odi, traboccanti di suggestive metafore, mentre Solomòs, formatosi in Italia, trovò un’espressione ideale nella lingua viva del popolo a cui egli faceva ricorso per appropriarsi del patrimonio della poesia greca popolare. Il suo “Inno alla libertà”, scritto di getto nel 1825, esalta la Rivoluzione per l’indipendenza dall’Impero Ottomano del 1821 divenendo in seguito l’inno nazionale dello Stato greco moderno. Infine Andreas Laskaratos (1811-1901) sottopose a una satira spietata la società del tempo denunciando la decadenza della nobiltà e la corruzione del clero, insieme ai mali causati dalle superstizioni popolari.
Ι primi romanzieri
Qualche decennio dopo la fondazione dello Stato greco moderno (1830), Emmanuìl Roidis (1836-1904) fece a pezzi i gretti atteggiamenti borghesi del suo tempo in racconti irriverenti, spiritosi e divertenti, tra i quali spicca Psicologia d’un marito siriota. Tuttavia la sua opera più famosa è il romanzo La Papessa Giovanna, basato su una leggenda popolare del medioevo, forse il romanzo greco più importante dell’Ottocento. Nello stesso periodo un altro romanzo degno di nota è Thanos Vlekas il cui autore, Pavlos Kalligàs (1814-1896) si cimenta in una panoramica della società nello Stato greco appena fondato mediante il ricorso alla satira e al realismo. D’altra parte a dominare la scena letteraria dell’epoca sono i fratelli Sutsos, Alèxandros (1803-1863) e Panaghiotis (1806-1868), originari di Costantinopoli, nel cui corpus di romanzi, poesie e opere teatrali essi innestano la temperie romantica e patriottica della loro epoca nella tradizione del romanzo ellenistico e bizantino.
I maestri del racconto
Nella maggior parte dei suoi racconti Alèxandros Papadiamandis (1851-1911) trae sopratutto ispirazione dal mondo tradizionale di Skiathos, la sua isola natale. La limpidezza delle immagini e la nettezza delle caratterizzazioni tratteggiano meravigliosamente luoghi e personaggi, conferendo una dimensione poetica al carattere fondamentalmente verista della sua opera, compresa nella categoria della ithografia (prosa di costumi). Anche i racconti di Gheorghios Viziinòs (1849-1896) sono ispirati ai ricordi personali e alla vita delle persone semplici. Nelle sue storie egli fa ricorso a una lingua luminosa ed espressiva, che non rinuncia allo scavo psicologico e all’esplorazione dei recessi più inquietanti dell’animo umano.
La Scuola di Atene
Intorno alla metà dell’Ottocento si ebbe il massimo splendore di un gruppo di poeti romantici, provenienti principalmente da Costantinopoli, conosciuti come la Vecchia Scuola di Atene. Oltre ai fratelli Sutsos a spiccare è soprattutto Alèxandros Rizos Rangavìs (1809-1892), che fu anche autore in prosa – Il notaio, breve romanzo d’intreccio, è considerato uno dei primi esempi di narrativa poliziesca europea. Dal canto suo, a dominare la Nuova Scuola di Atene è l’importante figura del poeta Kostìs Palamàs (1859-1943); Palamàs fu a lungo protagonista della scena letteraria e la sua poesia cercava di stabilire un senso di continuità e identità nazionale che legasse tra loro le varie fasi della lunga storia della Grecia. Sul fronte della prosa, le opere del nobiluomo di Corfù Konstantinos Theotokis (1872-1923) svelano la frattura tra gli individui e un ambiente sociale in continua trasformazione, ricorrendo all’ithografia e al realismo, mentre Andreas Karkavitsas (1865-1922) nei suoi racconti descrive la vita di personaggi di provincia. A spiccare, tra le altre, sono le storie marinare comprese nella silloge intitolata Storie della prua. Il giornalista e scrittore Michaìl Mitsakis (1868-1916) offre spaccati di vita urbana in racconti che furono pubblicati soltanto dopo la sua morte.
Sikelianòs e Kazantzakis
All’inizio del Novecento, l’affascinante figura di Anghelos Sikelianòs (1884-1951) s’impone per la sua poesia lirica, capace di fondere l’antichità classica con il simbolismo cristiano. Sikelianòs fu proposto per ben cinque volte al Premio Nobel per la Letteratura. Intanto il suo amico e coetaneo Nikos Kazantzakis (1883-1957) fu autore di opere dall’afflato filosofico. I suoi romanzi all’insegna di un vitalismo assoluto ottennero un grande riscontro anche all’estero facendo del suo autore il romanziere greco più noto in tutto il mondo. Tra il 1940 e il 1950 Kazantzakis scrisse la maggior parte delle opere che lo hanno reso famoso a livello internazionale, incluso Zorba il greco, divenuto una celeberrima pellicola interpretata da Anthony Quinn con la colonna sonora di Mikis Theodorakis.
Konstantinos Kavafis
Konstantinos Kavafis (1863-1933) apparteneva alla cosmopolita Alessandria d’Egitto e sosteneva fermamente un concetto ampliato di mondo greco, incentrato sull’esperienza personale e su un profondo senso della storia. Ha scritto poesie che descrivono aspetti della commedia umana andando dritto al cuore di un pubblico ecumenico. Kavafis mise da parte i cliché poetici consolidati modellando un corpus di opere notevoli per la sensualità, la preferenza per argomenti storici o filosofici, e l’incessante ricerca di adeguatezza espressiva, le mot juste. Le sue poesie sono uno spartiacque per la poesia di tutto il mondo e non soltanto della Grecia.
I cupi Anni Venti
La Catastrofe in Asia Minore del 1922, con il conseguente trasferimento in Grecia di circa un milione e mezzo di profughi, e l’aria di decadenza tra le due guerre influenzarono profondamente la mentalità degli autori greci. Tra i maggiori esponenti della generazione letteraria tra le due guerre mondiali è Kostas Kariotakis (1896-1928), noto per la sua poesia sarcastica e pessimistica, e per essersi tolto la vita in giovane età. La sua scrittura ispirò molti altri autori racchiusi sotto l’etichetta collettiva di kariotacisti. Nello stesso periodo, Napoleon Lapathiotis (1888-1944), poeta e autore di racconti, scandalizzò i benpensanti con la sua esplicita sensualità, che in seguito cedette il passo a opere segnate da una malinconia e da una cupezza tipicamente simboliste.
La rinascita degli Anni Trenta: la poesia
Al pessimismo della Generazione degli Anni Venti seguì la Generazione degli Anni Trenta, che introdusse il modernismo nella letteratura dell’epoca soprattutto grazie a poeti come Ghiorgos Seferis (1900-1971) e Odisseas Elitis (1911-1996). Seferis cala elementi e motivi della letteratura greca antica nelle forme della poesia moderna. Egli manifesta una pensosa malinconia nel tentativo di far rivivere il mondo antico, del quale nella Grecia contemporanea restano soltanto le rovine. La voce audace di Elitis raggiunge un tono spontaneamente lirico, che affonda le sue radici nell’antichità, riprende elementi dell’innografia bizantina e pone al centro della poesia lo spazio egeo. La poesia di Elitis merita un posto di rilievo nelle correnti europee contemporanee. Ghiannis Ritsos (1909-1990), forse il più prolifico poeta della Grecia moderna, manifesta un tono lirico che si rifà alle sue esperienze personali, ma anche ai riverberi degli eventi del suo tempo (guerra civile, proscrizione politica, confino). Il lirismo della poesia di Nikiforos Vrettakos (1912-1991) è imbevuto di ideali umanitari, ma anche di angoscia causata dal lato oscuro della condizione umana. Nella letteratura neogreca un posto di particolare importanza è occupato dai surrealisti. I principali tra questi sono lo psicanalista, poeta e prosatore Andreas Embirikos (1901-1975), e il poeta e pittore Nikos Engonòpulos (1907-1985), nella cui opera la tradizione greca si fonde con il movimento surrealista internazionale, e con il cambiamento rivoluzionario che esso rappresenta a livello sia individuale sia collettivo.
La rinascita degli Anni Trenta: la prosa
Un importante prosatore della Generazione degli Anni Trenta è Ghiorgos Theotokàs (1905-1966), che aspira a un nuovo tipo di grecità capace di unire la tradizione al mondo contemporaneo. Con il romanzo Vita nella tomba, nato dalla tragica esperienza del primo conflitto mondiale, Stratìs Mirivilis (1890-1969) ha dato uno dei vertici europei della letteratura antibellica. Sul ricordo della catastrofe dell’Asia Minore si basano i romanzi Il numero 31238 e Serenità di Ilias Venezis (1904-1973), A Chatzifrangou di Kosmàs Politis (1888-1974) e Storia di un prigioniero, acclamato romanzo di Stratìs Dukas (1895-1983). Lo scrittore e pittore Fotis Kòndoglu (1895-1965) andò alla ricerca della pace attraverso l’evasione del viaggio e la tradizione ortodossa, e nel suo lavoro dipinge un’immagine luminosa dell’Egeo e delle sue millenarie tradizioni. Anghelos Terzakis (1907-1979) fu autore di racconti, opere teatrali e romanzi, ambientati perlopiù in contesti urbani, con l’eccezione del romanzo La principessa Isabeau, una storia medievale ambientata nel Peloponneso dominato dai Crociati, che molti considerano la sua opera migliore. M. Karagatsis (1908-1960) si distingue nell’ambito di questa generazione per la ricchezza della vena narrativa. Nei suoi romanzi, che uniscono realismo e introspezione psicologica, un ruolo decisivo nel racconto delle passioni umane è svolto dalle pulsioni ancestrali della libido. Fortemente improntate al modernismo europeo sono le opere di Nikos Gavriìl Pentzikis (1908-1993) e di Melpo Axioti (1905-1973).
Autori del dopoguerra
Le opere più importanti delle prime generazioni letterarie del dopoguerra riflettono i travagli della storia greca recente (l’occupazione nazi-fascista, la guerra civile e, più tardi, la dittatura militare). Il grande fiume di Ghiannis Beratis (1904-1968), che dal punto di vista formale appartiene alla Generazione degli Anni Trenta, racconta la guerra greco-italiana del 1940 da una prospettiva antieroica. Il romanzo allegorico L’altro Alèxandros di Margarita Liberaki (1919-2001) è la prima opera in prosa nata dall’esperienza della guerra civile, cui fa seguito l’emblematico Interrogatorio di Aris Alexandru (1922-1978), uno dei più importanti romanzi greci del Novecento. La trilogia Città alla deriva di Stratìs Tsirkas (1911-1980), ambientata durante la seconda guerra mondiale in tre città del Vicino Oriente (Gerusalemme, Il Cairo e Alessandria d’Egitto), descrive le vicissitudini e le tribolazioni dei Greci in uno degli snodi più dolorosi della loro storia moderna. Dal canto suo il popolarissimo romanzo Addio Anatolia di Didò Sotirìu (1909-2004), celebrato anche all’estero, ritorna sulla catastrofe in Asia Minore. Alla fine degli Anni Sessanta Lo sbaglio di Antonis Samarakis (1919-2003) ebbe un successo internazionale in quanto fu interpretato come una profetica allegoria del regime militare dei Colonnelli, al pari del romanzo-reportage Z-L’orgia del potere di Vassilis Vassilikòs (1934-), in cui l’autore ricostruisce l’assassinio del deputato di sinistra Grigoris Lambrakis a opera di squadristi di estrema destra, nel 1963. Trasferito sul grande schermo da Costa Gavràs, Z ebbe un enorme successo internazionale. Il terzo anello, una caustica narrazione in prima persona della vita piccolo-borghese di due famiglie greche tra il 1920 e il 1950, fruttò a Kostas Tachtsìs (1927-1988) ampi consensi in Grecia e all’estero. Tra gli autori di racconti vanno ricordati per lo sguardo attento sulla Grecia che cambia Dimitris Chatzìs (1913-1981) e Ghiorgos Ioannu (1927-1985), molto legati alle rispettive città di origine, ossia Ioànnina e Salonicco. Miltos Sachturis (1919-2005) e Manolis Anaghnostakis (1925-2005) si distinguono tra i poeti della prima generazione del dopoguerra, il primo per la forza di immagini che molto devono al surrealismo, e il secondo per la lucida consapevolezza politica. Inoltre fu proprio nel dopoguerra che i poeti della Generazione degli Anni Trenta diedero alla luce alcune delle loro opere migliori.
La letteratura successiva al 1974
Dopo il crollo del regime militare nel 1974 e il successivo ripristino delle libertà democratiche, ebbe inizio una nuova era che vide, tra le altre cose, l’ingresso della Grecia nell’allora Comunità Europea, nel 1981. Libero dai vincoli del regime repressivo, il paese poteva di nuovo aprirsi al mondo. La produzione letteraria della Grecia si arricchì e apparvero molti nuovi autori, tra cui numerose voci femminili in versi e in prosa, che diedero alla luce alcune delle opere più degne di nota del periodo. La poesia ha continuato a occupare un posto preminente nella letteratura greca, anche grazie a compositori molto amati come Mikis Theodorakis e Manos Hatzidakis che, già a partire dagli anni Sessanta, hanno fatto conoscere con la loro musica l’opera dei maggiori poeti greci del Novecento.